Il territorio
Le distese pianeggianti della Sibaritide, ai piedi dell’imponente massiccio apollineo, dove il penetrante aroma di mentuccia selvatica si mescola all’effluvio salmastro dell’azzurro Ionio; le selvatiche coste del Marchesato di Crotone, i litorali della lunghissima costa calabrese, che alla pianezza sabbiosa - che li fa somigliare ad ambienti tropicali - alternano scogliere aguzze e spiagge pietrose dell’affascinante Mediterraneo, celano, nel sottosuolo, la preziosa radice della liquirizia che persino l’autorevole Enciclopedia Britannica, parlando di quella calabrese, descrive come la migliore del mondo. Le condizioni orografiche del terreno, il clima costiero caratterizzato dai dolci effluvi marini che rendono asciutte le estati e miti gli inverni, fanno sì che la liquirizia calabrese, anche a confronto delle radici provenienti da altri Paesi e regioni italiane, risulti un concentrato di equilibrio e di bontà per le sostanze che la compongono.
Il prodotto
Presente da sempre nel sottosuolo calabrese, la liquirizia o rigulizia cordara (Glycyrrhiza glabra) succosa e dolce, deve la sua tipicità al basso contenuto di acido glicirizzico e di zuccheri e si differenzia dalla rigulizia chiovara (Glycyrrhiza Echinata) che risulta di qualità più scadente, con poco succo e bassa resa d’estratto. La sua lavorazione, nella regione, ha costituito uno dei primi esempi di industrializzazione; i conci dove veniva lavorata la radice per l’estrazione del succo erano presenti sul territorio regionale già dal XVIII secolo e richiedevano l’impiego di manodopera generica e specializzata, maschile e femminile, nell’ordine di diverse decine di migliaia di addetti. Un tempo, i panetti di estratto di radice, confezionati ed avvolti nelle profumate foglie di alloro, raggiungevano i Paesi europei, specie l’Inghilterra, gli Stati Uniti, l’Australia. Oggi, diverse aziende di trasformazione lavorano una serie di prodotti che dal tronchetto naturale si snodano in una fantasiosa e diversificata produzione che comprende scagliette aromatizzate all’anice e agli agrumi, tondini alla menta, sassolini, bon bon con un morbido cuore di crema di liquirizia, caramelle gommose, liquori e grappe.
Il Consorzio
Il Consorzio di Tutela e Promozione delle Pianti Officinali in Calabria, promotore della richiesta per la dop della liquirizia calabrese, ha lavorato oltre dieci anni per il raggiungimento della certificazione. L’impegno profuso da produttori, trasformatori e raccoglitori – questi ultimi assimilati, come attori consortili, ai produttori - e da esperti e tecnici che hanno sostenuto tenacemente la richiesta della dop, ha portato allo straordinario risultato, raggiunto nel 2011, di una doppia denominazione di origine protetta che oggi tutela due tipologie di prodotto: la radice e l’estratto di radice. Il Consorzio di Tutela della Liquirizia di Calabria Dop è stato costituito nel 2011.
Il presidente è Antonio Massarotto. Info e contatti Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.